mercoledì 3 marzo 2010

L'armatura di parole

In uno dei primi post del blog ho scritto che le cose accadono.
Ora mi sento di dire che le cose non solo accadono, ma cambiano pure.
A volte di poco, solo qualche piccolo impercettibile cambiamento, a volte cambiano completamente forma al punto che proprio non le riconosci più.
E in questi giorni, è ritornata pure la sabbia nel cervello a farmi compagnia.
Sia mai che mi faccia mancare qualcosa.
Bravo. Ottimo. Bis.
E ritrovo le vecchie abitudini, i miei fantasmi li chiamo, che non mi lasciano mai.
E un po', infatti, mi vedo ancora come tempo fa, come Han Solo di Star Wars imprigionato in un involucro di grafite, mi ritrovo ancora a guardare la crepa sul muro in palestra, i riflessi delle luci sulle pareti degli edifici, le gocce di pioggia che imperlano il parabrezza della macchina.
"Black hole sun / Won't you come / And wash away the rain?" cantavano nel 1994 i Soundgarden.
Bravi. Loro, i Soundgarden del '94.
Canticchio il ritornello, come facevo nei pomeriggi d'estate ai tempi delle scuole medie, davanti a quel videoclip che passava ogni tanto su MTV.
Direi che sono sulla buona strada. Sì sì. Non so se sono ironico o meno.
"Come prima, più di prima", come diceva Tony Dallara, se non sbaglio.
Bravo. Io. Non Tony Dallara.
Chissenefrega di Tony Dallara.
Sì, bravo. E so io il perchè.
Perchè è vero che la sabbia è tornata, è vero che a volte sento sensazioni che speravo non sentire più per un pezzo. E' vero che ogni tanto mi perdo ad immedesimarmi con le cose inanimate che vedo: con le piastrelle della cucina, con il tubetto di dentifricio mezzo finito, con l'insalata nel frigo, con le mozzarelle che stanno schiattando nelle loro confezioni sigillate.
Perchè è vero, non lo nego: in certi frangenti mi sento troppo sensibile. Troppo fottutamente sensibile.
E inquieto.
Sensibile ed inquieto, un bel binomio.
Però bravo, comunque.
Perchè sento che qualcosa è cambiato.
Perchè io ne ho le palle piene, scusate il francesismo, di tutto, di 'sto schifo che ci circonda.
Ieri sera parlavo con una delle persone a cui tengo molto e che riesce a capirmi al volo, tra una birra e l'altra, mentre rovescio la mia vita sul tavolino per l'ennesima volta, mi fa:

"..gente come me e te vivrà emozioni forti ed indescrivibili nella vita, emozioni che pochi proveranno veramente, ma per il carattere che abbiamo, per come siamo sensibili e attenti nei confronti degli altri, soffriremo anche dolori inimmaginabili ai più, fino a che non troveremo un punto d'arrivo.."

Mai sentito nulla di più vero su di me.
Mi sono sentito nudo.
E se non fossi stato inebriato dalla quarta pinta di Guinness, ci sarebbe scappata una lacrima.
E vorrei che anche altri capissero questa cosa da soli, una volta per tutte, visto che mi ero ripromesso di non perdere tempo a spiegarla.
E' proprio vero che bisogna avere molta cautela con chi è felice.
That's it.
Anche perchè purtroppo, oggi ancora di più di ieri, mi rendo conto che mi si sta facendo diventare quello che non sono e che non voglio essere. E se prima ero inquadrato, laureato, etichettato, fidanzato, progettato ora non vorrei essere costretto a diventare diffidente delle persone e di ciò che pensano, solo per sopravvivere e per non stare male, ancora. Purtroppo sono uno di quei personaggi un po' all'antica, quasi fuori dal tempo per certi versi, me ne rendo conto, perchè per me le parole dette o scritte hanno ancora un significato, ma mi sto rendendo conto che questa non è affatto una convenzione, non per tutti vale questa cosa seppur tanto semplice e banale quindi non mi resta che cercare di proteggermi.
Ed è come se dovessi indossare un'armatura medievale, che proteggerà sì, ma al contempo mi rende impacciato nei movimenti, mi fa mancare di spontaneità. E se restare qui significa essere costretto a tirar fuori un lato di me che non mi appartiene, l'unica è andare via, sfruttando la prima folata di vento a favore.
E quindi oggi ho deciso che partirò, come ho scritto ieri: giusto il tempo di farmi un piccolo programma per capire quando è più favorevole partire, tempo di presenziare qualche evento importante che ormai è alle porte, tempo di racimolare qualche soldo per pagarmi il viaggio, i voli e fare il passaporto.
E partirò da solo, a questo punto. C'è tanto di proverbio che concerne chi viaggia solo, no?
O forse solo perchè sento troppi "blablabla", troppi "Wanna be" e vedo troppi pochi fatti.
Ed visto che io alle parole ci tengo ancora, penso sia giusto passare ai fatti, imprevisti permettendo ovviamente. E se tutto va come deve andare, se non ci sarà nessuno a darmi anche solo un motivo valido per restare o rimandare (e penso non ci sarà), tempo qualche mese e sarò dall'altra parte del mondo, "...to find a better day".
Bravo. Io.

1 commento:

  1. Ciao Davide!
    Finalmente ho trovato il coraggio di scriverti, è da un po di tempo che ti seguo sai ma nn volevo disturbare con i miei commenti!
    Ho letto tutti i tuoi brani, scrivi molto bene, sei bravo, complimenti!!
    Ti volevo fare un po' di domande, se posso, anche se ho capito che la tua situazione sentimentale ora non è facile quindi vedi tu se rispodere:
    1. Hai veramente intenzione di partire o pensi che tanto succede qualcosa che poi ti fa restare a casa come agli inizi del blog?
    2. Se parti, nn pensi che potresti portare la tua Aidi in viaggio con te invece di andare da solo? Potrebbe far bene a voi, al vostro rapporto di coppia secondo me!
    3. Da come scrivi si capisce che provi qualcosa di forte per Aidi: ma allora come mai lei è andata via? E la lasci andare via così, nn la provi a riconquistarla?
    Era una bella storia d'amore fra di voi da come scrivevi e mi dispiace.
    Nn capisco certe donne che si comportano così, magari il mio ragazzo scrivesse certe cose per me come facevi tu con lei!
    Aidi guarda che nn ce ne sono molti di Davide in giro, svegliati!...e se hai la fortuna di trovare un così tienilo stretto!!!
    Grazie se potrai rispondermi e spero che torni con Aidi presto perchè nn è bello leggere e sapere che sei triste come nei primi brani.
    Un abbraccio

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