martedì 30 marzo 2010

Non servono parole

"..Lo sai se ho il cuore in mano perchè questo ci metto..
Ho scritto una canzone per te, sentimi il petto!
Così scritta di getto che l’inchiostro è ancora fresco
Adesso vedo te quando mi specchio..
L’amore non ha forma e deforma ogni preconcetto
È solo quando tutto quadra alla fine si chiude un cerchio..
Per molti è più importante parlare per noi è superfluo!
Lascia che siano gli occhi a parlare, meglio il silenzio.
Così non mi mentirai perché sai, ti vedo dentro
Così non mentirò perché so, mi vedi dentro
Così mi capirai perché sai, ti vivo dentro
Così ti capirò perché so, mi vivi dentro
Certo che ti cerco, certo che ti sento
Te fra cento, te sei il centro e il resto è solo vento
Guardami ti prego ferma il tempo..
..E scalda questo cuore di cemento

Io sono un sognatore lo so, ti piace questo!
Tu invece sei un sogno e lo sai, mi piace questo!
Mi piace il tuo universo, a volte fatico a trovarci un senso..
Ma è limpido che mi ci specchio dentro
L’idea ciò che per questo
Perché non cerchi di cambiarti ma mi vuoi così in ogni tuo difetto
Mi piace il tuo profumo intenso, mi piace adesso!
Con te sono migliore: sei il mio sesto senso!
E non ti chiedo che faresti se toccassi il fondo..
L’ho visto nei giorni in cui ero dentro con il destino contro
Stavi con me anche se intorno mi crollava il mondo
Avevo torto eppure tu mi hai ridato orgoglio!
Mi hai chiesto solo di essere vero e io lo sono!
Mi hai chiesto solo di essere sincero e io lo sono!
Con te sono più uomo e ho scritto una canzone perchè..
..Non servono parole tra me e te..

..Ormai non serve che mi parli di te,
non serve che ti parli di me..
Basta che mi guardi negli occhi,
parlano gli occhi ormai.."

Maxi B feat. Lorella Grace, INVIDIA, 2009

sabato 27 marzo 2010

No More Sorrow

"...Dicono che chi pensa soffre di più,
quindi la lacrima è più densa,
cade al centro dell'oceano e non va persa..
Confuso nella pioggia il pianto è melodia,
risuona dolce e porta la malinconia ed il male via.
Una poesia può rallentare i battiti, ansia col contagocce
quando un pazzo con giudizio ha sollievo nel vizio..
Cercherò un nuovo alfabeto per andare oltre alle parole
e ai suoni se finiscono le sette note..
Ed asciugarti il viso, mandare in rewind la lacrima,
per chi vive per me e anche per chi è attaccato a una macchina.
Scriverò la canzone più grande che c'è,
per farti forza se ti succede qualcosa più grande di te.
Superficialità e materialismo vogliono affogarmi,
le paure di non farcela puntano in faccia armi..
Resto un altro peccatore, dipende chi fa le regole..
..se non sono un bastardo per gli altri resterò un debole..

And today I have no more sorrow..
And the pain will no longer come tomorrow..."


Guè P., Penna Capitale, 2006

Ricordo25.

"..Duemila giorni passati dai miei vent'anni,
il tempo si è fatto avaro e comincia a condizionarmi:
scandisce il passo dei miei giorni
e senza che riesca ad oppormi
mi adeguo al ritmo che cerca di darmi.
Sai che non tengo più il passo dei miei programmi
e non trovo momenti per distrarmi e rilassarmi...
Vorrei sbagliarmi in proposito ma qui nulla è logico
e se il vento è a sfavore lo intuisci subito.
A volte penso di non essere all'altezza,
mi manca la saggezza e quel briciolo di scioltezza:
ragiono come un ragazzino che si stressa,
stranito in una situazione fattasi complessa.
Ma non importa come stai, conta quello che fai,
tocca affrontarli i chiaroscuri dei tuoi giorni bui...
Sono passaggi obbligati in cui sei costretto,
l'esatto contrario di ciò su cui avresti scommesso.."

Ape**Venticinque, 2003

martedì 23 marzo 2010

Bittersweet

Che giornate. L'unico aggettivo che trovo per descriverle è bittersweet. Agrodolci. Come in quella canzone dei Verve, "Bittersweet Symphony" che ascoltavo quando avevo 13 forse 14 anni con il mio walkman della Sony, giallo, "rubato" a mia sorella. Se non ricordo male, la canzone (la sapevo a memoria più o meno...) iniziava così:

"'Cause it's a bittersweet symphony, this life try to make ends meet"

Ecco.
"Try to make ends meet".
Far coincidere gli estremi, nel senso di far combaciare i pezzi. Un po' come cantano i Placebo in
"For what it’s worth".
Mi ricordo anche del video dei Verve, visto chissà quante volte su All Music o su MTV appena tornavo da scuola. C'era il cantante Richard Ashcroft (se non sbaglio) che cammina su un marciapiede di una strada di Londra, imperterrito, per la sua strada senza mai spostarsi, sguardo fisso in avanti, urtando tutti quelli che gli si trovano di fronte. Come se la direzione presa fosse una One Way, un senso unico. "L'unica strada che io abbia mai percorso" come canta ad un certo punto.
Ma lasciamo da parte i Verve per un attimo.
Ieri mattina si è accesa un'altra vita: è nato il secondo figlio di due miei amici. Awesome! Sono veramente contento per loro, erano l'immagine della felicità. Sapete quando si dice "avere gli occhi che brillano"? Ecco entrambi avevano quel luccichio negli occhi di felicità, nonostante l'evidente stanchezza della mamma in primis e anche del papà. Il lieto evento è stata anche l'occasione per rivedere altri miei amici che non vedevo da un tot. Sembravamo una grande famiglia: non c'eravamo tutti per vari motivi ma lo spirito era quello. E poi era necessario un upgrade alla mia situazione psico/sentimentale. E ho quasi rischiato "un incidente diplomatico" per non aver avvisato un'amica che la mia situazione era svoltata inaspettatamente rispetto ad mese fa.
"..Te lo avevo detto io che era troppo presto per metterti in certe situazioni..".
Più o meno mi è stato detto così: non è un virgolettato ma una versione light. E come darle torto? Lei è una delle dita della mano, di quella mano che tiene il conto degli amici a me cari, una di quelle poche persone da cui accetto consigli. Per cui per qualche minuto, mentre nella stanza zeppa di amici e parenti si festeggiavano i "genitori bis", io ero in quel corridoio sterilizzato color verdino, appoggiato al un muro a parlare con lei, a spiegarle un po' di cose, in estrema sintesi. E anche da lei arriva puntuale il suggerimento di cambiare aria, di buttarsi anche senza paracadute, di trovare una strada diversa, che mi aiuti a ritrovare certe cose, fuori ma soprattutto dentro di me. E ritornano le parole della canzone.

"I'll take you down the only road I've ever been down, you know the one that takes you to the places where all the veins meet yeah"

Ritrovare quella strada che conduce nei luoghi in cui tutte "le cose" si ritrovano.
Anche qui non posso che darle ragione, l'idea è e resta quella: andare via da qui per un po', imprevisti permettendo ovviamente. Forse è solo una necessità di scappare da quello che qui mi annebbia e mi ingabbia, da quelle cose che non sono andate come volevo. Un po' egoista come cosa me ne rendo conto. Forse è solo un voler chiudere gli occhi un attimo, per una volta. E lo faccio perchè mi rendo conto di aver perso un tot in questi mesi. Ho visto scivolarmi dalle mani tante cose e qualche persona in cui credevo che a volte penso di aver sprecato tutto e di non aver capito proprio un emerito cazzo, scusate il francesismo ma quando scrivo di getto va così. Che tanto ormai quel che è stato è già passato e certe sensazioni con determinate persone non torneranno più. Come se con certe persone avessi bruciato la candela da tutte e due le parti...
Occhei dai, taglio qui che se no poi parto per la tangente. Due minuti o due ore.
Lo so già. Se vi avessi di fronte ora, sicuramente mi stareste guardando tutti con quell'aria da "noncisiamo". Tranquilli, io sono fatto così. Diciamo che ci sto lavorando su, la strada è ancora lunga. E' lunga all'incirca 16.400 km, metro più metro meno. Poi si vedrà. Forse perchè credo che, in fondo, avessero ragione i Verve.

"But I'm a million different people from one day to the next, I can't change my mould, No, no, no, no, no"

Posso essere milioni di persone differenti da un giorno all'altro ma non posso cambiare il mio stampo, la mia matrice, quello che sono veramente.



"I'll take you down the only road I've ever been down, b
een down
...
Have you ever been down?"

P.S. Visto che vi state appassionando a Banksy, guardate questo stencil. E' uno dei più famosi e fra i più ammirati in assoluto. Enjoy!


domenica 21 marzo 2010

Che senso ha se poi.

Ci stavo pensando giusto qualche ora fa, mentre preparavo la cena.
Avrei voluto scrivere un po' di cose successe nel weekend, giusto per riordinare le idee, come faccio di solito. Invece oggi sono un po' in difficoltà nello scrivere e poi lo so, devo stare più accorto in quel che scrivo: l'effetto peperonata è sempre dietro l'angolo, con il rischio di metterci due minuti o due ore a raccontarvi tutto. Ero davanti ai fornelli mentre preparavo qualcosa da mettere sotto i denti, niente di che, non sono uno chef ma dopo 5 anni di vita in quel di Venice, qualcosa l'avrò pur imparato. Sembrava una di quelle scene da film in prima serata, in cui c'è un bel tipo single che prepara una cenetta con i fiocchi (evidentemente è uno che ne sa), bevendo un bicchiere di vino bianco ghiacciato, la musica di sottofondo e magari è pure in attesa di una signorina con cui cenare. ...Beh sì, più o meno. Togliete il bel tipo con un sacco di skills ai fornelli, il calice di vino bianco ghiacciato e togliete anche la signorina. Per il resto ci dovremmo essere. iPod collegato all'amplificatore e in modalità "brani casuali", così cucino senza dover stare a cambiare playlist. Quasi ad ogni canzone mi veniva in mente dove e con chi l'avevo sentita o cosa mi faceva tornare in mente quella determinata melodia. Una bella sensazione. Mi ricordo una frase che ho sentito in un film, qualche tempo fa.

"Le tue canzoni, quelle che per te hanno voluto dire qualcosa, le trovi sempre lì, quando tu vuoi trovarle. Intatte."
(Radiofreccia, 1998)

Eh sì. Sarà che certe canzoni proprio ti restano dentro. Sarà che mi piace ricordarmi anche così gli eventi che sono successi. Come se certi momenti debbano avere una colonna sonora, proprio come accade nei film, ma non solo quelli da prima serata. Nel frattempo scorrono le canzoni, io sempre lì sopra la mia pentola a mescolare. Sembrano mescolarsi anche i generi musicali: rock, rap, grunge, r&b, elettronica, blues, country, pop, dubstep, dancehall, colonne sonore e chipiùnehapiùnemetta e scorrono nella testa anche i ricordi, un po' come ho scritto qualche post fa. Ogni tanto, però, lo ammetto: qualche canzone la skippo perchè non ce la faccio a sentirla. Troppi ricordi, troppe sensazioni che si accavallano nella mente. Un po' come è successo mercoledì sera al pub con le canzoni di Lorenzo. Quelle due per me restano LE canzoni, infatti adesso mi mettono un po' a disagio se le ascolto. Il potere evocativo della musica. Parte la canzone e la mente inizia a correre all'indietro, rivedo situazioni, abbracci, sorrisi e qualche lacrima, perchè no. Fra una canzone e l'altra assaggio per sentire a che punto è la cottura. E' quasi cotto, fra poco è pronto. Giusto le ultime due canzoni poi spengo e ceno, finalmente.
Parte la penultima canzone. "Lontano dal tuo sole". Che faccio? Skippo? No dai, per questa volta. In fin dei conti sono un fan di Neffa ormai da 10 anni, mi piace molto questa canzone. Anche se mi ricorda luglio 2009 e tutto quello che è venuto dopo.

"Avere un po' di pace che ora non ho e luce nei miei occhi che ora non ho, una direzione giusta che ora non ho".

Bella Neffa. Anche a 'sto giro ci hai preso. Anzi, mi hai preso. E infatti un po' mi viene da ridere. Rido perchè in fin dei conti anche se luglio zeronove è passato, io la vedo ancora così. Sono cambiate davvero tante cose, non posso negarlo, ma a volte, se guardi indietro la tua vita da una certa prospettiva, sembra che, in fin dei conti, sia cambiato poco o nulla. Mmm, è pronto, ora impiatto finchè sento l'ultima canzone e poi a tavola.
Last but not least come sicuramente avrebbe detto la prof d'inglese alle superiori. Infatti l'ultima canzone è "Distante". L'ennesima coincidenza mi vien da pensare, anche se ora tento di non farci caso, tanto poi fa lo stesso: più passano i giorni e più ho l'impressione che certe cose me le ricorderò solo io, vista la situazione. Canzone stupenda che automaticamente mi richiama alle mente tante cose: il freddo di gennaio (dentro e fuori il sottoscritto); il CD, con quel titolo che mi rispecchi(av)a, comperato in libreria e poi regalato ad una cara amica; quella traccia che parla di ricordi, di sogni, di sguardi, di lontananza, di solitudine. Con quel ritornello che. Sì insomma...Tanta roba.
Intanto mi ero seduto a tavola, stringendo fra le mani il piatto, mentre continuavo a pensare all'ultima volta che l'avevo sentita: era solo qualche sera fa, in macchina mentre tornavo dalla palestra. Ero fermo ad un semaforo rosso tanto per cambiare. Sguardo un po' perso nel vuoto causa stanchezza, mano sul pomello del cambio e testa appoggiata al vetro a canticchiare. Aspettando il verde. E "aspettando il sole", per dirla alla Neffa.
Il piatto di fronte a me era incandescente, meglio aspettare qualche minuto che si raffreddi un po'. La canzone stava per terminare. Mi sono alzato per spegnere tutto l'impianto, soffermandomi per un attimo a pensare al perchè di questi continui rimandi, di queste continue coincidenze che mi rincorrono in questi giorni. E senza rendermene conto stavo cercando per l'ennesima volta una risposta, come se il fatto di essermi preparato la cena mi aiutasse a trovarne una. Vabbè. Mi son riseduto e non ci ho pensato più, come mi han detto in molti "gli altri" vivono bene lo stesso, non si fanno le domane che mi pongo io. Beati. Mi sa che a furia di dire sta cosa ci sto credendo anche io. Finalmente ho impugnato il cucchiaio per iniziare a cenare. Assaggio. Buona! Non male questa cosa...aspetta, come si chiama? Ho Alzato la testa e ho visto la scritta sulla confezione.
That's Amore. ...Altra coincidenza?
Mi sa che per stasera è solo un minestrone della Findus.


venerdì 19 marzo 2010

bianco-bigio

Dal nero al bianco-bigio il passo è breve. E mi viene in mente subito il vecchio Alex D. che, di fronte a questa giornata così sicuramente direbbe..

"Skazzato. mi capita molto spesso in questa stagione in cui ti svegli e il cielo è bianco-bigio, a mezzogiorno il cielo è bianco-bigio, a sera il cielo è bianco-bigio, e magari pure di notte, dietro la tapparella, il bigio è sempre là a guardarti, sempre uguale, come se fossero le sei del pomeriggio a vita, da quando ti svegli a quando vai a letto incazzato nero perchè sei rimasto stonato tutto il tempo."

Ho letto i vostri commenti al mio post precedente e qualche mail che mi è arrivata.
Ringrazio tutti come sempre ma a 'sto giro mi "autobanno" nel senso che non commento, non cerco di infilare delle frasi che abbiano più o meno senso per darvi una risposta. Forse perchè in ogni vostro commento c'è un granello di verità. Chi lo sa. Ognuno è libero di leggere, capire ed interpretare quel che vuole in base alla sua sensibilità, al grado di coinvolgimento: c'è chi noterà qualche sfumatura e chi meno, dipende anche da cosa volete leggere fra le righe di quel che scrivo. Anche io ritrovo qualche sfumatura in tante cose che vedo e che leggo e le interpreto in base al mio stato d'animo.
Per motivi di tempo oggi taglio corto. Pubblico anche uno stencil, un'immagine famosa dipinta a Londra da Banksy, artista inglese contemporaneo ed esponente della street art che seguo da qualche anno e che ho rivisto stamattina, per caso, in una pagina web. Mi ricordo di aver visto i dei pezzi di Banksy sia a Londra che allo zoo di Barcellona. Fantastici, geniali. Da lì ho iniziato ad appassionarmi ai suoi stencil. Anche qui massima libertà di interpretazione. Forse quell'immagine ha un significato reale o forse è solo uno stencil satirico e simbolico. Forse anche il ragazzo con la maglia nera è skazzato come Alex D. O forse no. Forse ci rivedi dentro qualcuno. Forse è. Chi lo sa. Sembra avere un significato indefinito. Per una volta vi lascio con il dubbio. Come il tempo oggi. Sì insomma, oggi è così e non ci si scappa, ve l'ho detto. Oggi è bianco-bigio.



giovedì 18 marzo 2010

Neroeverde. Nero.

Occhi aperti già da qualche ora e sento già che oggi sarà una giornata in versione "risparmio energetico".
Ieri sera a festeggiare il Saint Patrick's Day con la mia migliore amica e stamattina l'immancabile cerchio alla testa. Sfumature di nero e verde come da tradizione in un giorno così. Qualche spot della serata: la mia t-shirt verde presa sabato pomeriggio (...); la traccia 3 dell'album "Morning View" degli Incubus sentita appena uscito di casa (...); le pinte di birra scura irlandese; le chiacchiere di futuro e di viaggi, di famiglia, di Australia e di Cuba; l'idea della casa alle Canarie nel 2050; quelle 2 canzoni di Lorenzo piazzate a tradimento proprio nel momento in cui parlavo di (...porto avanti la mia "teoria" che qualcuno lassù lo stia facendo apposta con 'ste coincidenze: non è che in realtà "il capo" si stia disinteressando come il sottoscritto? Btw...); il cappellino e la maglietta di Sir Arthur; la pazienza delle ragazze del pub che ad un certo punto stavano per spazzarci fuori con tanto di mocio e scopa visto che eravamo rimasti solo noi; la Vodafone e i 10 messaggi da +404 senza motivo; gli ultimi due giri al bar di un'amica seduti al banco e io a guardare gli altri seduti vicino a noi, gente tipo "Bar da Boe" dei Simpson. Eh sì tanta roba per uno come me che di certi momenti vissuti, anche se rientrano nella normalità, non ne vuole fare uno spreco.
Nero e verde, dunque.
Il nero della Guinness ed il verde del Paddy's Day. Oppure il verde colore per definizione della speranza e il nero di certi giorni. Non mi sento molto "verde" oggi. La speranza c'è sempre, è quella cosa che dicono sia l'ultima a morire. Solo che ci vuole un tot di energia per credere e certe facce, certe situazioni non aiutano. E dentro sento una cosa strana che non so spiegare. Quindi nero? Sì penso di sì, vado per esclusione. Nero. Non l'umore, forse, ma quello che porti dentro, questa insoddisfazione di vedere le cose che non s'infilano come desideri, di sentire che sono poche le cose che ti legano veramente a dove sei nato. Lo dicevamo giusto ieri sera, alla seconda pinta.
Nero perchè quel graffio ancora fa male e più passa il tempo, più percepisco che fa male solo a me. Anche questo detto ieri sera. Nero perchè forse anche gli altri magari stanno male, non per le scelte prese ma per la logica conseguenza che scatta quando le strade si dividono. Mors tua vita mea. E tanti saluti. Nero perchè so certe sensazioni con certe persone non le avrò più ma le vivranno con altre persone: un discorso forse un po' egoista ma in fondo è così. Mi ritorna in mente ieri sera anche qui. Nero perchè senti che così non va e sei stufo di passare per quello triste che si fa troppe domande. Perchè io non sono affatto così. Non ci credo. Che tanto quando inizi a porti quesiti significa che sei già al capolinea, che sei sceso dal treno o che forse non sei mai partito e ti restano solo quei quattro biglietti in mano. Nero perchè prima avevi tutto e ora la notte non dormi. Nero perchè prima avevi dei brillanti in mano e adesso hai solo pezzi di carbone. I brillanti li hanno altri ora. Beati. Nero come lo spazzacamino. Nero come il caffè che sto bevendo ora, che già di suo mi porta alla mente certi ricordi che.



A destra è tutto nero, tutto nero, tutto nero!
A sinistra è tutto nero, tutto nero, tutto nero!
In fondo a questo buio c'è una luce, è vero!
Ma dietro è tutto nero, tutto nero, tutto nero!

mercoledì 17 marzo 2010

Heads or tails

Giornata un po' particolare quella che si sta concludendo.
Finalmente ho potuto leggere le proposte per il viaggio in Australia che mi sono arrivate per posta. Le aspettavo da un mese ormai!! Beh ce n'è una che mi attira veramente tanto: si atterra a Sydney, si cerca lavoro e una sistemazione e nel tempo che resta...lezioni di surf! Un po' sono tornato indietro con la memoria a quando sognavo di imparare davvero a salire sulla tavola..che sia giunto il momento d'imparare davvero? Non vedo l'ora di andare a Bondi Beach! Poi i restanti mesi o si resta sempre in zona o si cambia città! E' una figata davvero, visto che da settembre/ottobre fino a maggio in media là ci son 25 gradi, quindi 8 mesi al sole e poi giusto in tempo per tornare in Italia per l'estate 2011... Awesome! Penso che resterà ancora provvisoria la cosa fino a fine maggio poi prenderò una decisione definitiva in merito: intanto però domani vado a farmi il passaporto! In ogni caso resta sempre aperta l'ipotesi Londra, nel momento in cui non fosse possibile andare in Australia per 8 mesi: non è proprio lo stesso ma ogni esperienza ha i suoi pro e i suoi contro.
Vedremo come sì srotolerà la vicenda nei prossimi giorni!
Giornata particolare dicevo all'inizio. Ho visto molte espressioni diverse oggi sul volto delle persone che ho incontrato e con cui ho parlato.
Ho visto la felicità e un filo di commozione negli occhi degli amici ed ex colleghi dello studio a cui ho confidato questa cosa: li ho visti contenti per me e mi han dato la loro approvazione.
Ho visto lo sguardo impassibile di mio padre, come di uno che da un lato ti comprende, dall'altro ti dà del pazzo. Sembrava avere un cartello in fronte con scritto "Tantolavitaètua" (in realtà il cartello recitava una formula ben più spiccia ma non mi sembra in caso di scriverla..).
Ho visto la faccia di mia mamma ripiegarsi lentamente su se stessa, dai bordi delle guance verso l'interno, la stessa espressione che fai quando mordi un limone e subito dopo senti quel sapore aspro che ti invade la bocca. Eppure non era la prima volta che ne parlavo, strano. E ho visto gli occhi un po' rossi, forse perchè ha capito che stavolta faccio sul serio. Forse è solo che preferirebbe che dopo 6 anni di sacrifici a Venezia io mettessi in pratica quello che ho imparato. E non ha tutti i torti, ma non adesso, non ora: non sono mai riuscito a prendermi un momento per me in 6 anni, fra esami, lavoro, pensieri, sbattimenti vari. Ora voglio fare qualcosa per me, che mi faccia sentire bene. E se star bene significa andare a 16.400 chilometri da casa, in un altro continente, nell'altro emisfero..che sia, ora come ora non mi interessa. "Effetti sorpresa" permettendo. Sinceramente ho così bisogno di lasciare da parte questi mesi post laurea, che. Che mi avranno dato tanto ma allo stesso tempo mi han tolto "un tot". Lo sapete ormai, da novembre la mia vita è cambiata. E tutto questo m'ha lasciato dentro un segno che a fatica dimenticherò. Una cicatrice bella grossa, spessa, mica roba da chirurghi. Una cicatrice che si fa sentire in giornate come queste quando c'è il cielo terso e un qualche primo accenno di sole. Un po' come quelle che porto sulle caviglie, che a distanza di anni ancora le vedi. Una cicatrice lunga più di sette anni e una manciata di mesi. Il resto è storia recente, il sangue esce ancora, in certe vicende ho problemi di coagulazione, lo so, ma vi ho già tediato abbastanza. L'unica cosa che non cambia, fino ad ora, è il finale di queste vicende. Certe relazioni finite così, con l'amaro in bocca, senza più "il futuro", condite da assillanti silenzi che sembrano toccare solo me mentre agli altri le cose sembrano scivolare via con estrema facilità. Manco fossi una spugna che assorbe tutto. Manco fossi SpongeBob mi vien da dire. Che già lui di suo ha più culo di me in certe cose! Scherzi a parte: come primo obiettivo vedrò di impegnarmi a sovvertire "certi pronostici". Se puoi sognarlo, puoi farlo.
Ed io? Mi chiedo che espressione posso avere ora mentre scrivo queste righe (magari un po' meno cesellate rispetto al solito: chissenefrega, lo stile non conta sempre). Mah, penso di avere un'espressione un po' enigmatica, una "pokerface" come direbbero i fanatici del poker, da uno che sa che con questa mossa forse non si giocherà tutto ma una bella fetta del montepremi, quella sì. E come per ogni puntata che si rispetti, c'è sempre l'incognita che determina il risultato finale, un risultato che non ha memoria degli eventi del passato quindi aperto a qualsiasi epilogo.
Un po' come se giocassi a testa o croce.
O meglio come direbbero gli Aussie, "Heads or tails".


martedì 16 marzo 2010

E' oggi che tutto comincia

Eh lo so. Non è che sia il massimo dell'eleganza scopiazzare un titolo di un post. Chiedo scusa anticipatamente! Però il titolo ha un sapore che sa di chiosa e che prepara al domani, visto che tecnicamente è già domani. Quindi eccomi qui davanti allo schermo del PC a scrivere. Quasi a voler tirare le somme di un'altra giornata. Una giornata positiva senza dubbio ma per vostra fortuna non mi metterò a snocciolarvi tutti i fatti successi come in una lista della spesa.
Aggiungo solo qualche altra riga, qualche altro pensiero che mi frulla nella testa alle due del mattino, prima di tuffarmi sotto le coperte e preparare una nuova pagina bianca da scrivere per domani. Come una specie di Bignami della giornata, così niente effetto pesantezza da peperonata. Per una volta che mi riesce, viva anche la sintesi.
Penso che questo blog stia diventando giorno dopo giorno un contenitore dei pensieri che prima restavano tappati nella testa.
Penso che questo blog sia come un frigorifero: conserva i pensieri e anche quando è chiuso puoi appendervi qualcosa con un magnete: la scrivi su un pezzo di carta e la metti lì, sicuro che non te ne scorderai perchè ci passi davanti ogni giorno già quando ti svegli.
Penso che, come diceva uno dei maestri dell'architettura, Charles-Edouard Jeanneret meglio conosciuto come Le Corbusier, "Ogni mattina mi sveglio nei panni di un imbecille e cerco per tutto il giorno di uscirne".
Penso che alcuni diranno che non mi riesce di uscirne e che imbecille magari è riduttivo.
Penso che comunque potrei restare anche un imbecille, mi basta essere un imbecille felice.
Penso che scrivere di imbecillità mista a felicità alle due di notte, mentre come sottofondo passa "Any other name" di Thomas Newman forse è troppo facile.
Penso che è oggi che tutto comincia.
Penso che aver canticchiato tutto il giorno, in fondo mi abbia aiutato un po'.
Penso solo che esistono certe persone che già dal primo giorno quando le conosci, in cuor tuo sai già che non smetterai mai di volergli bene.
Buonanotte.

lunedì 15 marzo 2010

Non l'hai mica capito

Forse non capirete molto di questo post. E' come una specie di memo per me stesso. Ho fatto login solo per leggere alcune mail che alcune persone mi avevano mandato in questi giorni visto che i commenti al post erano bloccati. Alla radio passa "Layla" di Eric Clapton, un bel sottofondo che ci voleva per iniziare la settimana. Volevo anche scrivere qualcosa ieri, della giornata di domenica appena trascorsa ma. Mi sarebbe piaciuto condividere certe cose che sento dentro. Invece nada, in fondo va bene anche così per ora. Non mi piace essere pesante come la peperonata alle otto di lunedì mattina. Che poi comunque è inutile scriverle o raccontarle se poi non interessano (apparentemente) a nessuno. Anche se poi un po' mi vien da ridere. Perchè capita spesso che più fai il disinteressato in certe cose, più in realtà nella testa ci fai caso, noti certe sfumature, colleghi parole sentite, canzoni, nomi e tanta altre cose. Sarà che a molti, me compreso, capita così, ho questa sensazione. Oscar Wilde diceva che l'unico modo per liberarsi di una tentazione fosse soccombere a quella tentazione. Mi sa che ha ragione. E mi viene in mente ieri sera, verso l'una quando ho sento alla radio una canzone del 1980, di un noto cantante "molto rock" italiano che io non amo particolarmente. Però questa è un classicone, ormai è molto pop, l'avevo sentita un sacco di volte e mi son messo a canticchiarla. Sì sì in effetti mi son meravigliato un po' anche io di ricordarmi certe canzoni. E difatti anche stamattina un po' mi è rimasta in testa 'sta canzone, con questo testo semplice ma efficace. Mi sa che anche oggi la canticchio un po'. La canticchio e penso. Così faccio il disinteressato.

"We live in an age when unnecessary things are our only necessities"

domenica 14 marzo 2010

Me, Myself and I

Una sensazione nuova nell'aria.
Mi sento diverso, nel senso positivo, s'intende.
Finalmente direi.
Sarà colpa delle birre e dei cocktails o di quella inaspettata quanto gradevole compagnia che ha mi ha allietato stasera in un locale? Who knows? Però poco fa, mentre tornavo a casa, in macchina sorridevo. Sì cioè imprecavo agli altri automobilisti, cantavo e sorridevo. Come ai vecchi tempi!
E' vero: ho passato tre settimane un po' complicate ma già da venerdì sentivo che qualcosa stava girando. Non è da me piangersi addosso nè restare così inerme di fronte agli eventi. Chi mi conosce bene confermerà, non erano comportamenti da me, in queste settimane non ero me stesso, anzi, ero una copia sbiadita di me.
Finalmente penso di aver (ri)trovato una parte di me che pensavo aver scordato, una parte "nuova" della mia personalità: forse era proprio quella che tre settimane fa mi faceva "paura".
E mi vengono in mente le parole che mi ha detto un'amica qualche giorno fa: dovevo trovare un nuovo equilbrio, un equilibrio che non dipendesse da altre persone; chi fosse arrivato poi nella mia vita sarebbe stato solo un valore aggiunto che mi avrebbe arricchito.
Una regola semplice ma fondamentale.

Io voglio essere felice, conta solo questo per me ora.
Infatti, dopo il post "la mia vita allo specchio" (..pubblicato venerdì mattina in realtà scritto per la maggior parte già qualche settimana fa..) ho capito subito che dovevo prendere in mano la situazione, dovevo svoltare in qualche modo. Ero stanco di mostrare ad altri quella parte di me che non mi rappresenta e che da troppo tempo mi faceva perdere il sorriso. E me lo hanno ripetuto spesso gli amici. Dovevo solo rilassarmi un po' e lasciare fuori quelle cose che mi annebbiavano la mente. Punto.
E così sto facendo da un po' di tempo a questa parte, ve l'ho pur scritto ieri. Penso di essere sulla buona strada, sinceramente. Non voglio più perdere troppo tempo a farmi pensieri strani o passare il tempo con qualcuno che non sia disposto a passarlo con me, voglio solo essere un po' più spensierato e meno preoccupato per il futuro. Poi prenderò quello che verrà.
Gabriel Garcìa Màrquez ha scritto : "Non sforzarti tanto, le cose migliori accadono quando meno te le aspetti".

Datemi pure dello storidito ma, dentro di me, sento che ho fatto un piccolo passo avanti, ho ritrovato finalmente quella gioia di vivere che avevo perso dopo certi avvenimenti di dicembre, lasciando da parte certe insicurezze che in questi mesi mi hanno bloccato fin troppo.
Ora voglio coltivare un po' dei sogni che ho in testa, rimettermi in sesto fisicamente e psicologicamente, sistemare un po' di cose lasciate in sospeso e cancellare quella brutta copia di me delle ultime settimane.
Inizio ad essere contento, mi sento una persona diversa ora, sono più consapevole di quello che voglio davvero.
Perchè la verità in tasca non ce l'ho mai avuta nemmeno io, come ho scritto ieri notte.
E da adesso in poi me la gioco così, altro che volo strumentale. Voglio volare a vista.
Vuoi vedere che forse anche queste tre settimane saranno state una medicina amara ma necessaria per il paziente? Sì, credo di sì ma ora basta con 'ste cucchiaiate amare, please!
E tornando a casa, mi ritrovo fermo ad un semaforo, con a fianco un'insegna luminosa di una certa Banca Popolare: mi son guardato indietro e mi son rivisto qualche sera fa. E ho capito che, con la consapevolezza che sento adesso, probabilmente agirei più spontaneamente ancora di come in realtà ho fatto. Sotto tutti i punti di vista. Ero così ansioso di ricevere finalmente un po' di felicità da parte di chi mi capiva, che. Ero caduto in un errore che non volevo commettere: ho detto una cosa più grande di me in quel frangente, forse preso dal trasporto del momento. E 'ste cose le fai indipendentemente da quanti lustri ti porti dietro. Ora che ho la mente davvero lucida, ora che mi sento un po' maturato rispetto a prima, mentre in macchina premo la frizione e ingrano la prima, sento che direi solo quello che avevo dentro e che in fin dei conti era quello che volevo davvero, senza tanti giri di parole, senza tanti programmi. E non sarà una frase da film, magari, ma tanto si sa che non siamo ad Hollywood.
"Lasciamo perdere tutto quello che ci annebbia. Viviamocela. Io e te. Un passo dopo l'altro. Un chilometro alla volta. Giorno dopo giorno. Vada come vada. Punto."
...
E improvvisamente la luce del semaforo diventa verde.
Sento un brivido scorrermi lungo la schiena.
Si va.




Oggi niente commenti, va bene così. Enjoy the silence.

sabato 13 marzo 2010

Parole liquide

Stavolta Neffa non centra, o forse sì.
E' partita proprio questa canzone in modalità random dall'iPod, quindi vado di titolo.
Eccomi a casa, di ritorno da una serata remember, con qualche amico di un'altra città che, per ovvi motivi, non frequento più così spesso come accadeva anni fa.
Formazione ridotta e rimaneggiata, ma non importa. Conta la sostanza. Quattro chiacchiere, qualche birra e qualche drink, molte avventure raccontate e ascoltate condite da un pizzico di discorsi "seri", quando eravamo seduti fuori dal bar, come i vecchi che ricordano i tempi andati.
Eh sì. Se ci penso bene, serate come queste un po' mi mancano.
Sarà che ora, come ho scritto ieri, vedo tutto con una prospettiva inedita per me, vista la situazione attuale di stallo. O forse è solo che la vita ti mette davanti a delle scelte e ti impone, in un modo o nell'altro, di andare avanti.
Mica puoi avere sempre 13, 18 o 20 anni.
...Che anni ragazzi! Quelli ce li siamo vissuti a mille all'ora!
Poi io ero il più piccolo della compagnia quindi ero sempre quello un po' più protetto quindi a volte erano gli altri che andavano avanti per primi, a far da rompighiaccio, a trovare la strada.
Da qualche anno a questa parte vedo che molte, tante, forse troppe cose sono cambiate così in fretta. Amici che si sposano e che fanno figli, amici che viaggiano, amici costretti a mollare tutto per poter star vicino alla persona che amano. Amici anche più giovani di me che lavorano così tanto che la loro vita reale è solo una parentesi fra un giorno lavorativo ed un altro.
Ed io? mi chiedo. Ehhh, io sono ancora qui, per quanto non so. Sono mancato qualche anno con l'università e l'appartamento in quel di Venice ma tutto sommato sono ancora qui. Con qualche centimetro d'altezza in più magari, con meno capelli in testa e con un po' di barba disegnata sulla faccia. Se ora mi guardassi indietro, mi vedrei ancora con i capelli ingellati sparati, la collana a sferette di legno, gli anelli strambi da mercato comunale, le mie Adidas Superstar bianche e azzurre. Con tanto di lacci azzurri, prima, e poi portate senza lacci. Come i Cypress Hill."Looking Through The Eye Of A Pig" e "Tequila Sunrise" a manetta nel lettore CD (solo per citarne alcuni) fin dai primi anni delle Superiori.
E sono ancora vivide nella mente quelle serate in giro con la Citroen e poi tutte quelle sere in cui gli amici dovevano portarmi a casa e quasi pilotarmi per aprire la porta del garage. Ricordo ancora tutte quelle sere in cui son tornato a casa storto e tutti quei risvegli tremendi la mattina successiva, quando ti sembrava di avere il concerto dei Korn dentro la testa. E poi i giorni d'estate, finite le Superiori, con il pomeriggio passato a studiacchiare sull'Alpha Test e le sere in giro a far festa dove capitava. E quante figure barbine faceva il nostro!!!Eh sì, ne avrei da raccontare del mio repertorio!
Tante belle storie che rimarranno ricordi indelebili nella mente. Insomma, "tanta roba".
Mi viene da sorridere stasera a pensare di 'ste cose del passato. E ora che ci penso forse è la prima volta, da qualche giorno a questa parte, che non accadeva. Un sorriso spontaneo. Una bella sensazione, che mi fa andare a letto contento.
Forse un po' stordito dai fumi dell'alcol e anestetizzato dai ricordi ma almeno, per stasera, contento.

P.S.
Ci ho pensato giusto in macchina, qualche minuto fa.
Visto che il post precedente parlava di me e del casino che ho in testa mentre alla fine è scivolato irrimediabilmente nella solita questione (anche per mia debolezza, lo ammetto) penso che per un po' bannerò i commenti di tutti i lettori che andranno volutamente "off-topic".
A me piace potermi sfogare qui, anche ogni giorno come sto facendo ora ma non posso essere martellato ogni volta su quel tasto. Da quel punto di vista ci sto ancora male ma sto cercando di andare avanti nella mia vita, sto cercando "di girare pagina": sto facendo "violenza su me stesso" e tentando di "disinteressarmi" a tutte quelle cose che me la potrebbero far tornare in mente: dalle foto, ai Social Network passando per il suo blog. E' l'unica cosa che posso fare.
E pian piano ci sto riuscendo ma vi assicuro che non è facile per come son fatto io, visto che mi ronzano in testa ancora molte cose di lei, molte parole, frasi di libri, musiche ascoltate, espressioni nuove, modi di dire.
"Tanta roba" ...Ecco, già fregato!.
Ma poi per voi lettori, ogni volta il pretesto pare buono per tornare lì, per parlare di quello. A parlare di quella cosa di cui mi sento così vulnerabile ora. Scusate ma mi sembra un po' morbosa come cosa da parte vostra. Capisco la curiosità e la solidarietà che mi dimostrate ma a tutto c'è un limite, sia nei miei confronti sia dei suoi visto che non può avere diritto di replicare. E se io già mi dispiaccio per alcune frasi scritte forse troppo di getto, penso che anche voi dobbiate fare un passo indietro.
La situazione con lei si risolverà, spero, prima o poi, lo spero veramente. E mi piacerebbe avvenisse proprio nei prossimi giorni, magari trovando un giorno un sms sul cellulare per prendere un caffè "riappacificatore" o solo per fare due chiacchiere. Non mi piace avere scazzi con nessuno, tanto meno con chi mi ha fatto star bene e che mi ha fatto sorridere dopo un "periodo no": la volontà di chiarire, di mettere da parte questo ultimo periodo particolare e tornare anche solo a parlarci come due persone normali che hanno condiviso per un po' qualcosa di speciale, da parte mia c'è tutta. Forse non sarà come era prima, almeno per i primi tempi; ma poi, in fin dei conti, chi lo sa cosa succederà in futuro? Magari la vita piegherà ancora una volta verso noi e ci metterà di fronte nuovamente, magari quando meno ce lo aspettiamo.
Quindi, Repetita iuvant:
Questo è il mio blog, qui parlo di me, della mia vita.
Parlo delle cose che mi succedono e che mi passano per la testa.
Non è il blog di Stranamore, l'ho scritto anche ieri.
Quindi mi vedo costretto ad essere più accorto nel rispondervi d'ora in avanti.
Non ricadiamo sempre nelle solite questioni, per favore.
E vi prego: non fatemi fare più la parte del Sergente Maggiore Hartman.
Buonanotte, a domani.
Forse.