sabato 30 gennaio 2010

Il vecchio e il giovane

Giornata intensa anche quella che sta per smorzarsi dentro questa coperta di neve che sembra dover ricoprire indistintamente ogni cosa.
Fuori domina un silenzio d'altri tempi, che entra nella mia mente come aria fresca.
Finalmente respiro. Niente auto, niente rumori, nessun individuo che cammina nascosto dietro il bavero del cappotto. Tutto fermo, tutto in pausa. La magia dei cristalli d'acqua.
Ed io dentro, con la testa reclinata addosso al vetro osservo il lento stratificarsi della neve, ascolto musica e prima di chiudere gli occhi mi sento travolto da un Sentimento.
Ma andiamo con ordine.
Come in ogni film che si rispetti c'è un flashback della giornata trascorsa.
Un flashback veloce e un po' affannoso.
Tutto inizia come sempre, con il suono dell'arpa, chi mi conosce lo sa. Il primo pensiero va a Lei e non potrebbe essere diversamente. Poi in rapida successione tazza enorme di tè, PC acceso e radio in streaming, viva la tecnologia, viva i 5 metri cubi di onde elettromagnetiche che stazionano in camera del sottoscritto. Apprendo con stupore che J.D. Salinger ora è dall'altra parte della strada.
E mi ricordo di quando lessi "Il giovane Holden", "The Catcher in the Rye" secondo il titolo originale.
Per me resterà un libro che sa di adolescenza, che sa di incomprensioni e di sbattimenti.
Il pranzo scivola veloce, in attesa del pomeriggio. Sempre Lei presente nella mente ma poco sullo schermo del mio cellulare. Doesn't matter, so che c'è anche se non mi scrive.
Perso nel dubbio amletico "Biblioteca sì, biblioteca no" riaccendo il PC e continuo a lavorare. Milioni di click.
Ore 17, teatime. Scattano le consultazioni per la serata. Nel frattempo, perso tra mille pensieri, mi scotto la lingua con il liquido bollente, impreco contro la mia sbadataggine poi sorrido. Ancora tanta musica nel pomeriggio. E' ora di cena. Galvanizzato dalla serata che si prospetta, ceno con sufficienza, mi intrattengo un po' poi torno nella mia tana.
Stop.
Da qui in avanti il racconto si fa confuso, un po' contorto e nemmeno ora, alle 2.30 del mattino riesco ad avere una sequenza esatta degli eventi. So che alla fine resto a casa per mille motivi ed ascolto musica. Inizia a nevicare, sono in apprensione per una persona, sì esatto per Lei, la musica scorre ipnotica attraverso le casse stereo ed il nostro si addormenta sul letto per svegliarsi poco prima di mezzanotte.
Sento Lei e dopo un po' mi tranquillizzo, anche se mi ci è voluto un po'.
Devo ancora sintonizzarmi bene.
Fuori la neve ha avvolto quasi tutto, almeno questo vedo dalla finestra della cucina.
E si arriva da dove ero partito poco fa: prima di andare a letto mi travolge quel Sentimento, quella sensazione che rasserena. Poco prima avevo risentito una canzone di un certo Mauro di Maggio che, personalmente, non avevo mai sentito. La canzone si intitola "Non ti voglio fermare". Bella melodia e testo semplice ma ben curato. Mauro di Maggio. Mi sa che a sto giro Mauro ha colpito il bersaglio grosso. "Stai con me o stai senza?" si sente. Non esito e pronto rispondo: "sto con te" decisamente. E glielo scrivo pure, che si sappia. Attendo una sua replica. E nella sua semplicità estrema, quella risposta mi fa contento, mi fa commuovere, mi apre in due.
Nel frattempo nel mio iPod suona Eric Clapton, "Wonderful Tonight".
Penso che avrebbe detto così anche Holden Caulfield se Jane le avesse detto una cosa simile, in una serata come questa, con la neve fuori, come nei film.

"Con Jane non stavi nemmeno a pensare se avevi la mano sudata o no. Sapevi solo di essere felice. E lo eri davvero"

Ed ora anche io, come Caulfield, nel mio piccolo, anche stasera sono felice. Felice davvero.
Eh già, Il vecchio Alex ed il giovane Holden, tutti a loro modo in cerca della felicità.
Come Alex D. e Aidi, Caulfield e Jane, Davide e ...

:)

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