domenica 17 gennaio 2010

Fly

Ancora la musica come sottofondo ad un'altra giornata sorridente del sottoscritto.
Non son mai stato un tuttologo della musica, sarà che ora ho molto più tempo rispetto a prima o solo la mente più sgombra da pensieri probabilmente.
Sto riscoprendo il piacere di ascoltare musica. Tutta la musica.
Stamattina mi son svegliato con il sorriso come capita oramai da una settimana ed inizio ad ascoltare un po' di musica, tanto per cercare di far passare questo leggero mal di testa che insiste imperterrito sulle mie tempie.
La prima canzone che passa sul mio iPod è "Layla" di Eric Clapton, versione acustica. Ammetto la mia ignoranza, non sono un espertone come ho ribadito poche righe fa. Fino a qualche anno fa, del signor Slowhand, da tutti riconosciuto come uno dei chitarristi blues più noti e talentuosi di sempre, non sapevo molto. Poi capita che ti comperi un CD e inizi ad ascoltarlo, magari di notte mentre tenti di mettere nero su bianco qualche idea su un foglio di carta.
Mi piace molto come canzone, mi soffermo sul ritmo lento ma deciso, su quelle dita che pizzicano le corde della chitarra, sul canto quasi sussurrato che si fonde con il riff.
Mi infonde serenità.
Bene così.
La mattinata iniziata un po' più tardi del solito, vista la conversation durata fino alle soglie delle ore 4 am con una certa persona, scorre veloce e senza sbattimenti. E' domenica per tutti insomma.
Nel primo pomeriggio sorseggiando "molto lentamente" il caffè mi rimetto all'ascolto, smanetto un po' su youtube e mi ritrovo ad ascoltare un pezzo di Matti Blair aka Herbdout, un giovane dj e produttore londinese di musica dubstep. Anche qui, non sono un tuttologo, di musica dubstep ne ho sentita gran poca.
Non sono un ascoltatore assiduo di musica elettronica ma questi pezzi e queste sonorità travalicano i gusti musicali di chi ascolta. La canzone si intitola "Fly" e a mio modesto parere è molto riuscita. La parte di apertura della traccia c'è una parte cantata supportata da un riff di chitarra e fin qui, niente fa pensare alla musica elettronica. Poi si iniziano a sentire queste frequenze basse che subentrano nel pezzo, senti queste vibrazioni che entrano nelle orecchie e il suono si fa ripetitivo, quasi ipnotico. Belle sonorità quindi, un mash up riuscito.
Googolando trovo notizie su Matti Blair e sulla canzone che stavo ascoltando e qui, l'ennesima sorpresa di questi giorni. Il producer per comporre il pezzo si sarebbe ispirato, secondo alcuni, ad una canzone dei Pink Flyod, rock band degli anni '60.
Diciamo che non sono proprio nelle mie corde, ma questa volta non importa.
La cosa interessante è che la canzone fonte d'ispirazione per Matti Blair si intitola "Wish You Were Here".
Ennesima coincidenza?
Sinceramente non so se sia il caso o un destino già scritto che io mi debba imbattere in queste corrispondenze amorose/musicali. Però mi piace. Molto!
Il pensiero quindi corre subito ad una persona in particolare, conosciuta da una settimana a questa parte. E l'unica cosa a cui penso in questo momento è proprio quella, come il titolo della canzone dei Flyod.
Vorrei tu fossi qui.

:)

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