giovedì 21 gennaio 2010

Gli ossimori dell vita

Gli ossimori della vita.
Stasera ho scritto prima il titolo che il corpo del post. Sì perchè ci sono delle sere, come questa che sta volgendo al termine, in cui ti rendi conto che tutta la tua vita è un continuo e costante ossimoro. Un ossimoro senza fine. Ed essendo quest'ultimo, per definizione, una figura retorica che si compone dell'accostamento di due termini in antitesi fra loro, questa cosa mi sembra alquanto strana, ma al contempo interessante. Perchè generalmente i due termini sono spesso incompatibili. Ed il loro scopo infatti è di creare un contrasto, di descrivere una sensazione. Quindi è un qualcosa non solo di stilistico ma che inevitabilmente ha a che fare con la sensibilità e l'emotività delle persone.
"Nomen Omen", il destino nel nome, dicevano gli antichi. Beh ossimoro deriva dal greco, deriva da una parola che è la fusione di "acuto" e "sciocco". Altro fattore interessante, da tenere in considerazione.
Ma attenzione, questa non è un'analisi del testo, non è un'esercitazione dove si devono diligentemente sottolineare le figure retoriche senza dimenticarne una. Questa è la vita e le cose cambiano, mutano, anche le la sostanza resta quella. E a volte occorre arrivare a leggere tutta la storia prima di accorgersi di certi particolari perchè subito non balzano agli occhi.
Ci sono certe sensazioni, infatti, che prima o poi tutti provano nella vita e a volte sono così disparate, così apparentemente antitetiche fra loro che, se non ci provocassero delle reazioni forti, stenteremo a crederle vere. E quindi, nonostante le venticinque primavere sul groppone, capita una sera di trovarsi a "piangere per la felicità", con quel mix di sensazioni che ti travolgono e che sembrano trascinarti via almeno per qualche minuto. Oppure capita, sempre con nostre venticinque sulla carta d'indentità, di conoscere una persona nuova e al solo contatto sentire quell'elettricità, quel magnetismo antropico, quel "brivido caldo" che scorre sulla schiena e che ti fa sentire vivo. E ritrovarsi dopo pochi giorni a fare delle piccole "lucide follie" che pensavi accadessero solo nei film o nelle fiction.
Perchè questa è vita, non è fiction come ho detto ad una persona giusto qualche ora fa. E non è nemmeno una "realtà virtuale" questa, non è come nei film della saga di Matrix dei fratelli Wachowski. Non è "fantascienza".
Anzi, mi sembra che ci stiamo avvicinando a grandi passi ad un domani simile alla visione del futuro descritta e cantata dai Jamiroquai nella canzone "Virtual Insatinity"

"Futures made of virtual insanity now
Always seem to, be govern'd by this love we have
For useless, twisting, our new technology
Oh, now there is no sound - for we all live underground"

Una "triste felicità", questo sentimento provo ogni volta che vedo determinati comportamenti di svariate persone che, per come la vedo io, non sono in grado di godere pienamente di quel che hanno ma, al contrario, sono sempre mossi dall'insoddisfazione e dall'ansia di primeggiare in tutto. E quindi per uscire da questa visione poco edificante della realtà, troppo piatta e grigia, quasi senza accorgetene, ti ritrovi a "credere nell'incredibile", ti trovi a pensare che quel qualcosa che è accaduto qualche giorno fa e che ritenevi impossibile, in realtà sia successo davvero, contro ogni tipo di calcolo o previsione. Altro che "teoremi pratici", altro che "stime esatte". L'ho detto anche qualche post fa. La vita è imprevedibile, non è una scienza e tanto meno mi risulta sia una scienza esatta. Si arriva a pensare pure che le celeberrime "due rette parallele" che da teorema "si incontrano solo all'infinito" magari si possano pure incontrare prima, come se in determinate situazioni vi fossero delle "convergenze parallele". E per lo stesso motivo, come qualcuno ha detto qualche ora fa, se per due punti passa una e una sola retta, un giorno io traccerò quella che va da lei verso di me o da me verso di lei. Questo è quel che si dice "unire i punti" e penso sia un'operazione che tutti quelli che si sentono degli eterni "cuori solitari" prima o poi debbano compiere se intendono trovare un'anima gemella.
Perchè, a pensarci bene, è proprio come ha scritto Antoine de Saint-Exupéry, l'autore de "Il Piccolo Principe"

"Amore non è guardarci l'un l'altro, ma guardare insieme nella stessa direzione."

:)

Nessun commento:

Posta un commento