martedì 2 febbraio 2010

Il Lato B

Giornata plumbea oggi.
Mi spiazzano sempre giornate così perchè sembrano poterti dare la possibilità di fare tutto e niente. Dopo una giornata trascorsa dentro e fuori di casa, con la testa fra le nuvole, con quel motivetto che canticchio quasi inconsapevolmente e l'orecchio teso in attesa di sentire ancora una volta la suoneria tritòno del mio cellulare, mi ritrovo davanti al PC, a picchiettare su questi tasti.
Magari non scriverò molto questa volta ma il fatto di (ri)scrivere certe cose è anche legato al ricordo di certi momenti e di questi giorni, da questo punto di vista, mi va di lusso.
La testa è leggera. (...quando meno me lo aspetto eccolo il tritòno! :) )
La testa è leggera, dicevo. E la mente corre spesso all'indietro ultimamente, negli ultimi giorni e nelle ultime ore. Sarà ma mi tornano in mente date, numeri, parole, coincidenze, sovrapposizioni, canzoni, libri, insomma cose che pensavo di non ricordare più.
E sono quasi stupito di tutto ciò. E' come se avessi scoperto o meglio riscoperto il "lato B" della vita. Il lato di me stesso che mi completa, che mi rende finalmente me stesso. (tritòno :) )
Quindi niente a che vedere quindi con il celeberrimo "lato B" delle aspiranti miss italia.
E' come il lato B di una musicassetta o di un vinile. Solo che non è il lato peggiore o meno importante, come accadeva nei vecchi dischi. E' uguale tanto quanto il lato A, ma meno immediato, meno facile da interpretare. E' latente, insomma, ma ugualmente presente.
Ed ha sempre un certo spessore, molto soggettivo ovviamente.
Quindi mi ritrovo qui nuovamente, a scrivere di me stesso, ad analizzare quello che sento e che mi succede, per cercare di mettere in fila certe sensazioni, quasi come se nello scriverle riuscissi a fissarne per sempre il ricordo. Anche se so perfettamente che certe cose, certe scene, certe luci, certe parole non le scorderò mai. (tritòno, fatalità :) )
"Credo che tutto ti ricordi qualcosa" è il titolo di un racconto di Hemigway, se la mente non mi inganna. Lo devo aver letto diversi anni fa ma, come spesso capitava, l'avrò sicuramente letto troppo superficialmente ed ora, titolo a parte, a dirla tutta, non so di cosa parli esattamente quel racconto. Ma è il titolo che mi interessa.
Tutto ti ricorda qualcosa.
E a pensarci bene, è proprio così.
A volte è un oggetto, forse un libro, un regalo, una foto.
A volte è un qualcosa che senti dentro o forse solo una sensazione che senti sotto le dita, come quando passi la mano sopra ad un oggetto, sopra una certa stoffa.
A volte è un profumo che ti inebria e ti rapisce.
A volte è una musica, una melodia, un testo di una canzone che sembra parlare di te.
A volte, però, è solamente un girare attorno a se stessi, un ritrovarsi nelle cose importanti per noi, che ci hanno fatto diventare chi siamo oggi e che, in alcuni casi, dicono pure chi sono, da dove vengo e dove vado.
Dove vado precisamente ora non so, ci sono troppe variabili da considerare e poi certi programmi, almeno per un po', non voglio più farne. Non perchè non li abbia, ma solo per una forma di autodifesa per me e per le persone che ho attorno, per non soffrire ancora.
Piuttosto si tratta di capire un altro aspetto, ugualmente importante secondo me.
Con chi andare. Io, dentro di me, una risposta a questa domanda già ce l'ho e spero fortemente sia la risposta corretta, sia per la mia vita, sia per la vita di chi deciderà di starmi vicino.
(ed ancora una volta, dopo questa riflessione, ecco nuovamente il tritòno, altra fatalità...o forse no)

:)

Nessun commento:

Posta un commento