mercoledì 7 marzo 2012

Stage 1: La canzone che ti descrive

Dicono che le prime domande siano le più semplici. 
Fatte per mettere a proprio agio l'interlocutore.
Sì insomma, per rompere il ghiaccio.
Ecco, qui no...tanto per.
La prima domanda che mi son posto è riportata nel titolo del post.
La canzone che mi descrive.
Mica semplice. 
Mi tornano alla mente molti testi di canzoni e ovviamente ricordi ma ne devo scegliere una. That's the game!
Mi verrebbe da dire che, in fondo, sceglierne una è un'operazione quasi impossibile e assurda. Che 'sta cosa della musica, in fondo, mi complica la vita e m'inceppa lo scrivere qui.
Così resetto e riparto da zero...You must start from scratch, come si suol dire.
Aproparentesi. 
Mi fa sorridere pensare a quante volte sono partito da zero. Nella vita, nello studio, nell'amore. Cioè è sempre arrivato un punto in cui la misura era colma e dovevo stoppare tutto. Beh sì l'immaturità galoppante del sottoscritto l'ha fomentata un po' questa cosa ma mi fa sorridere. Comunque. 
Chiudoparentesi.
Ecco. 
Se devo partire da zero, allora lo faccio per bene.
Allora torno ai tempi delle superiori, del mio lettore ciddì con l'antishock che faceva molto figo ma a pensarci bene era una parruccata tremenda, ai tempi dei ciddì masterizzati da amici e compagni.
Ai tempi di ascoltaquestoefattiunacultura.
Ho scelto questa canzone perchè è stata quella che mi ha fatto innamorare della musica, del rap e delle parole, obviously. Forse non è (o era...?) il rap mainstream italiano, non era il gangsta rap statunitense e nemmeno il rap francese, quello dei sobborghi e delle banlieueEra musica composta da gente con la fotta, tanto per usare un po' di slang che fa molto supergiovane. Ma niente storie di sparatorie o storie di violenza, come nel film "Do the right thing" di Spike Lee.
No, questa non è Harlem, non è il Bronx, non è Compton, non è Parigi o Lione.
E' il bel Paese. (...m'han detto)
Meglio parlare di ciò che ci circonda davvero, niente pose o manie d'oltreoceano.
E se ci sono, sono di contorno, di scena, come nei dischi di certe rock band con tanto di diavoli, demoni e seiseisei...fa parte del gioco della musica.
Ho scelto questa traccia, ho scelto come prima tappa di questo percorso il rap, questo rap perchè m'interessano molto il testo, la metrica e i contenuti.
Già dal titolo forse si intuisce.
Parla di rapporti, amici e ricordi, temi che, seppur molto inflazionati, a mio avviso raramente sono stati trattati con così tanta perizia e precisione.
E più l'ascolto, più mi ci specchio dentro.
Perchè mi rendo conto, anno dopo anno, di quanto vere siano quelle rime, anche se fa male ammetterlo.
Perchè le cose cambiano ed è inutile illudersi o cullarsi stringendo tra le braccia un vecchio ricordo.
Perchè è giusto gustarsi il momento, la compagnia e le risate con gli amici di una vita quando si può.
Pochi momenti, magari, ma buoni.
Pochi amici, certo, ma buoni.
Perchè il mondo cambia e pure le persone che vi ci sono incollate sopra a modo loro si evolvono, mutano, maturano, s'incastrano, volano, vivono. 
O forse, come dice il testo, perchè va così.


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