venerdì 17 febbraio 2012

La prima cosa è il mio nome.

"La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l'ottava i fantasmi della follia, la nona è la carne e la decima è un uomo che mi guarda e non uccide. L'ultima è una vela. Bianca. All'orizzonte." (cit.)

Di nuovo qui.
Dopo tanto tempo.
Forse troppo.
Forse.
Mi chiedo se sono ancora in grado.

Un anno fa, nel post precedente, avevo scritto una cosa.
Scrissi che mi riusciva meglio buttar giù due righe quando avevo qualcosa che premeva da dentro, quando c'era una parte più scura di me che appannava i miei pensieri durante il giorno. Quindi scrivere qui aveva quasi una valenza terapeutica, in grado di aiutarmi a rimediare al casino del giorno.
Già.
Era il duemiladieci.
Ora molte cose sono cambiate e sicuramente le prospettive si sono allargate.
Passo dopo passo sto rimettendo assieme i pezzi, come mi ero sempre ripromesso.
Eppure, a distanza di due anni, eccomi ancora davanti allo schermo a scrivere.
Quattro luci soffuse a diluire il buio della stanza, il ticchettìo senza sosta dell'orologio appeso al muro, il fruscio delle auto provenienti dalla strada ed io, seduto sul mio divano antracite con il Mac sulle gambe.
Scrivo.
O almeno ci provo.
Sì perchè non è che c'ho il fuoco sacro dell'artista, non sono uno scrittore e penso che quello che riesco a mettere assieme non interessi poi a molte persone.
In fondo va bene anche così.
Scrivo qui perchè per me scrivere è un mezzo per cercare di capire le regole sottese a quello che mi circonda ogni giorno, per indagare me stesso e il modo in cui mi rapporto con gli altri e con il mondo.
Non dimentico mai da dove sono partito.
Non dimentico soprattutto lo stato d'animo con cui ho iniziato questa avventura della scrittura, un po' atipica per certi versi per come ero fino a qualche anno fa.
Scrivere è stato per me un modo per cercare di fare chiarezza, di unire i punti.
La vita non è un percorso lineare e solo guardando indietro si può capire il significato della strada percorsa.
Quindi chiedo scusa di questo mio silenzio.
Ma c'è sempre bisogno di lasciar sedimentare i pensieri.
Un po' per una certa forma di "rispetto" che nutro per la scrittura e un po' per non risultare banali o scontati.
Ma appena ti esplode dentro il bisogno di unire qualche altro punto della tua vita, di condividere qualche esperienza, ecco che si compie una specie di magia.
E quindi mi vedo un po' come un bambino che resta a bocca aperta mentre guarda uno spettacolo di magia. E si meraviglia di quello che riesce a fare quell'uomo con il frac e i guanti bianchi.
Sì perchè io i maghi me li immagino così, un po' romantici, un po' vecchia maniera.
Vita, spettacolo e magia. Tre parole apparentemente distanti ma che, a pensarci bene, qualche link, qualche legame ce l'hanno, almeno per me che dietro una tenda di un teatro c'ho passato più di qualche tempo.
Perchè in fondo nella vita, come nello spettacolo di magia, dove spesso c'è una tenda a nascondere quello che accade veramente, c'è una botola dove spariscono le persone e le loro verità.



2 commenti:

  1. che bello, che bello rileggerti stella....sono tanto felice. Ti mando un abbraccio grande, e spero di leggerti ancora e ancora tantissimo :)
    smack

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    1. Grazie M, sono molto felice anche io di risentirti e di riuscire a scrivere ancora qualcosina ogni tanto...poi sai come sono fatto, non devo dilungarmi molto in merito!
      Ho fatto qualche piccolo ritocchino all'estetica di questo posto, niente di che eh...
      ..un po' come si fa nelle case, dove ogni tot di tempo si ritinteggiano le stanze.
      A dirla tutta volevo fare qualcosa di diverso, dati i potenti mezzi di Blogger, ma ogni volta che torno su certi post...beh..it's not so easy!
      Quindi..
      "....mmmm...babbè!" (cit.)
      Ho un po' di arretrati da leggere anche io sul tuo blog, appena posso mi metto di buona lena a leggere!
      See Ya! :)

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